DALLA PIORREA ALLA MALATTIA PARODONTALE: CHE COSA SONO E COME SI CURANO

Fino a pochi decenni fa era quasi scontato il fatto che una persona tra i 50 e i 60 anni avesse già perso molti dei suoi denti, colpiti da una malattia considerata quasi inevitabile chiama “piorrea”.

Le meno perfezionate pratiche odontoiatriche, una quasi nulla attenzione al tema della prevenzione e una diffusa ignoranza della gran parte della popolazione relativamente all’igiene orale, erano le cause principali di questo drammatico stato di cose.

Si riteneva, perciò, che ad una certa età si dovessero per forza perdere i denti, e passare alla dentiera. Insomma, un male legato al solo invecchiamento.

Per fortuna, invece, l’avanzare della pratica odontoiatrica ha fatto sparire quasi del tutto questa malattia dalle nostre vite, o perlomeno ne ha mutato grandemente la percezione.

Innanzitutto, a livello semantico. Ad oggi, infatti, la patologia ad essa ricollegata non si chiama più “piorrea”, ma “malattia parodontale”. L’aspetto più importante, però, non è un banale cambio di denominazione, ma di gestione del problema.

Abbiamo infatti scoperto che la parodontite, o malattia parodontale, non ha origine nell’invecchiamento, ma nella cattiva gestione della nostra igiene orale. Quindi non è il frutto cattivo dell’avanzare dell’età, ma della semplice imperizia, ignoranza o disattenzione umana.

Se non si cura la propria bocca i denti e le gengive possono sviluppare le infezioni riconnesse a questa patologia, indebolendo l’osso sottostante e portando, solo alla fine di un lungo processo ignorato o non diagnosticato dal dentista, alla caduta di questi ultimi.

Per questo motivo è importante effettuare almeno una volta all’anno (e per i pazienti meno attenti e disciplinati anche una ogni sei mesi) una visita di controllo dal proprio dentista o igienista dentale di fiducia.

Ancora di più, però, è l’educazione alla salute orale che bisogna sviluppare fin dalla più tenera età. Questo approccio porta infatti ad un duplice risultato positivo:

1) il bambino non svilupperà la cosiddetta paura del dentista, e potrà eseguire le cure ogni qual volta si riveleranno necessarie.

2) il bambino diventerà un adolescente e poi un adulto più consapevole delle dinamiche che si sviluppano all’interno della sua bocca, aspetto che lo aiuterà in ottica di prevenzione.

La visita da giovani, intorno ai 4-5 anni, permette inoltre all’odontoiatra di intercettare eventuali malocclusioni, ovvero il contatto scorretto tra i denti che potrebbe diventare a sua volta una causa determinante per l’insorgere della malattia parodontale.

Ultima considerazione finale: questa patologia è subdola, e spesso rimane senza sintomi fino a che il danno risulta irreparabile, quando si può solo procedere con l’estrazione del dente. Per verificare la sua presenza va quindi effettuato, periodicamente, nello studio dentistico, un sondaggio parodontale, unica modalità per conoscere lo stato generale delle ossa e delle gengive del paziente.

In tal modo si potrà intervenire per tempo e curare la potenziale parodontite prima che degeneri in modo grave.

Pinuccio Massaiu