“Chi vuole conoscere l’uomo deve guardarlo nel suo complesso e non come una struttura messa su alla meglio. Se trova malata una parte del corpo, deve cercare le cause che producono tale malattia e non limitarsi a trattare gli effetti esterni”
Paracelso
In studio abbiamo in cura tantissimi bambini e siamo alla continua ricerca di tecniche che ci aiutino a migliorare il nostro approccio al paziente per ripristinare il suo ottimale stato di salute. Per questa ragione abbiamo approfondito l’argomento attraverso la Master Class Baby PowerOrthodontics (BPO) della dott.ssa Favetti.
La BPO è un sistema ortodontico funzionale globale che utilizza l’Attivatore PluriFunzionale (APF) come mezzo terapeutico principale. Questa tecnica permette di lavorare su pazienti fin dai tre anni di età, risolvendo qualsiasi sindrome malocclusiva e ottenendo straordinari risultati strutturali, funzionali ed estetici, stabili nel tempo e nel rispetto della fisiologia del paziente.
Da anni studio i principi benefici del ristabilimento di forma e funzione per la cura globale del paziente. Attraverso un percorso terapeutico e clinico in studio e a casa (in cui è cruciale la collaborazione medico-paziente) è infatti possibile cambiare la forma della bocca, modificando le funzioni ad essa correlate come la deglutizione, la masticazione, la fonazione, la respirazione.
La lingua svolge un ruolo di primo piano nella terapia, tanto da poter essere qualificato come il più grande apparecchio ortodontico a nostra disposizione. Basta pensare che quest’ultima, da sola, è formata da ben 17 muscoli e quando rimane nella sua posizione corretta, cioè sullo spot palatino, ci permette di avere un buon equilibrio della bocca.
Se la lingua non è appoggiata allo spot si innesca una serie di reazioni a catena. Se a causa di un qualsiasi problema la respirazione nasale viene impedita, il soggetto inizierà a respirare dalla bocca, la lingua si abbasserà e andrà a spingere sui denti (portandoli in avanti) e il palato non verrà più stimolato, facendone cessare l’accrescimento.
Tutto questo porterà a quello che noi odontoiatri chiamiamo seconde classi, terze classi, morsi crociati, morsi coperti, aperti, ma che per il paziente si traducono in problemi debilitanti come sonnambulismo, russamento, apnee notturne, enuresi, sudorazione a letto, bocca secca al risveglio, sonno poco riposante, problemi di concentrazione, iperattività, faccia adenoidea, nausea, click articolari, mal di testa, alta propensione a contrarre febbri, raffreddori e mal di gola.
Tutto questo va affrontato con degli interventi in studio (come la frenulectomia, se necessaria, oppure la creazione di rialzi), ma soprattutto con degli esercizi che il piccolo paziente dovrà eseguire a casa, con l’ausilio del genitore.
Questo aspetto è fondamentale, tanto da determinare il risultato finale della terapia. Se il bambino non effettua gli esercizi di masticazione con il suo APF (noi in studio lo chiamiamo anche Attivatore Occlusale) per almeno un’ora al giorno (controllato, aiutato e stimolato dal genitore), il processo di cura non porta a risultati concreti, ma si arena inesorabilmente.
Per questa ragione noi in studio puntiamo, fin dalla prima visita, a spiegare tutto questo processo sia al bambino, ma soprattutto al genitore, in modo da motivarli entrambi e farli nostri alleati nella cura del piccolo paziente.
Pinuccio Massaiu