La storia dell’implantologia

L’implantologia affonda le sue origini nell’alba dei tempi. Il bisogno, sia estetico che pratico di sostituire i denti caduti con delle “protesi” è stato riscontrato da numerose prove archeologiche.

Persino in epoche remote si trovano ossa con conchiglie lavorate, minerali od ossa animali adattate agli alveolo orfano del proprio dente naturale. Ma è tra ottocento e novecento che ci si è dedicati, sempre con maggior attenzione e interesse, a questa disciplina.

Ovviamente, fino a quando non si svilupparono le necessarie conoscenze di materiali, tecniche chirurgiche, antibiotiche e anestetiche, tutto rimase molto approssimato e in fase embrionale.

Quindi si giunse agli anni Cinquanta e Sessanta, in cui nacque la moderna implantologia, intesa come disciplina medica con dignità sua propria. I primi impianti furono le protesi rimovibili, parziali o totali – come le dentiere -, che si possono ancora trovare in diverse persone anziane o nei paesi dove si esercita il turismo dentale e lowcost.

Naturalmente nel mondo occidentale l’implantologia si è evoluta, e di parecchio. Abbiamo posizionamento di viti in titanio all’interno dell’osso nelle zone rimaste prive di denti, per poi realizzare ponti fissi o stabilizzare protesi rimovibili.

In questo modo il paziente ottiene dei denti che, dal punto di vista del comfort, gli permettono di avere denti stabili e naturali.  In studio cerchiamo di operare in modo meno invasivo e traumatico possibile, sia per la gengiva che per l’osso, mediante tecniche e strumentazione ad alta tecnologia, che garantiscono precisione e rapidità d’esecuzione.

Ma il vero top di gamma in quest’ambito sono le protesi fisse come la Toronto. Ma perché utilizzare una protesi per sostituire quei denti che, per una ragione o per l’altra, sono venuti a mancare? La ragione è semplice: l’arcata ha una sua integrità ed equilibrio naturale, quando alcuni dei suoi elementi scompaiono – i nostri denti – non viene solo ridotta la capacità masticatoria, ma viene lentamente modificata tutta la struttura della bocca, provocando una lunga serie di problemi nel medio-lungo periodo.

L’impianto su cui si applicherà la protesi fissa è tutto in titanio, certificato e perfettamente biocompatibile con il nostro corpo, garantendo così un’altissima percentuale di casi senza rigetto.L’impianto, una volta inserito in sede ossea, diventa un corpo unico con l’osso mediante un processo chiamato osteointegrazione, che dura tra i 3 – per l’arcata inferiore – e i 6 – per l’arcata superiore – mesi.

Per gli impianti è necessario, infatti, accertarsi che in primis ci sia sufficiente tessuto osseo per consentire un minimo di stabilità all’impianto. Se quest’ultimo manca o non basta quello presente, in studio adottiamo tecniche specifiche che, a seconda delle condizioni di partenza dell’arcata inferiore e superiore, nella maggior parte dei casi permette l’inserimento dell’impianto.

Con la Toronto noi diminuiamo al minimo il disagio del paziente. In pratica inseriamo una protesi fissa con soli quattro o sei impianti a carico immediato. Questa tecnica permette di applicare una protesi provvisoria entro 24 ore, che garantisce fin da subito estetica e funzionalità per tutti i mesi necessari al processo di osteointegrazione, passati i quali s’installerà quella definitiva.

Pinuccio Massaiu