L’arte di prendere decisioni

Nella mia lunga vita di dentista e imprenditore ho dovuto prendere numerose decisioni molto importanti. Per decisione importante intendo quel tipo di scelta in cui metti in gioco risorse non solo economiche – che già da sole ti fanno venire un po’ di mal di pancia – o di tempo, ma soprattutto emotive.

Da queste esperienze ho tratto una serie di lezioni di vita, molte delle quali hanno lasciato dei segni sulla mia pelle.

Prima considerazione: le vere decisioni importanti non sono prese su una base razionale, ma su base emotiva. Noi agiamo, scegliamo e compriamo (chi studia marketing questo lo sa benissimo) sull’onda di un tumulto caotico di sensazioni positive o negative (eccitazione, paura, divertimento, ansia). L’esempio migliore dei nostri tempi è l’acquisto dello smartphone, vero status symbol molto costoso che le persone cambiano ogni 2-3 anni (alcuni perfino ogni anno) senza neanche poterselo talvolta permettere, ma solo per contagio dall’entusiasmo scatenato dal bombardamento di stimoli mediatici dovuti al lancio dei nuovi modelli.

Chiarito questo punto, va focalizzato che la razionalità serve sia prima che dopo la fase decisionale (che rimane quella puramente emotiva). L’analisi dei pro e contro, fatta a mente fredda, è importante per “pilotare” l’impulso decisionale senza farsene travolgere. Allo stesso tempo, la razionalità serve anche in seguito, per valutare con obiettività i risultati della propria decisione.

Razionale ed emotivo devono comporsi nella giusta miscela, perché un eccesso di razionalità diventa l’alibi perfetto delle non-decisioni (non so se hai presente qualcuno nella tua vita che rimanda sempre in attesa del momento giusto per fare qualcosa, momento che ovviamente non arriva mai, e che rende la sua vita zeppa di insoddisfazione) ma al contempo un abuso delle emozioni rendere troppo poco stabile la vita, rischiando farti prendere batoste importanti.

L’arte delle decisioni vale nel momento in cui scegli la persona con cui vuoi stare, la casa in cui vivere, gli studi da intraprendere, il business da sfruttare, la professione da esercitare. Il decidere è quasi un “muscolo” e va allenato fin da piccoli. Se si viene educati ad essere sempre aiutati dagli altri, o stimolati a prendere tutto con calma, o a “far decidere chi ne sa più di te e vuole solo il tuo bene” questo muscolo mentale si atrofizzerà sempre più.

Questo perché prendere le decisioni implica fare delle scelte. La scelta, per sua natura, è il puntare su una cosa sacrificandone un’altra. Quello che sacrifichiamo di solito è l’opinione di qualcuno che abbiamo molto vicino (ad esempio un genitore che vorrebbe che studiassimo in un’università vicino casa invece che fuori sede, oppure un fratello/sorella/amico/a che vorrebbe che lasciassimo la persona che frequentiamo sentimentalmente per paura di perdere il suo monopolio su di noi), oppure un bene a cui teniamo ora per ottenerne uno che in prospettiva sarà più utile nel futuro (classico esempio è chi, per mantenere intatto il ricordo del passato, non vende terreni o case ereditate legate ai ricordi dei nonni, magari del tutto improduttive, e le tiene a deteriorarsi per anni perché “Chissà cosa direbbero di me i parenti se le dessi a qualcuno al di fuori dalla famiglia”).

Le scelte sono dure, quindi, non solo per il loro risvolto economico, ma soprattutto per il lato umano. Abbiamo paura di scontentare gli altri, e perciò tergiversiamo per evitare scontri, litigi, ripicche.

E dobbiamo tenere ben presente che esiste una forza che non ha sentimenti, che non ha bisogno di denaro e che avanza implacabile qualsiasi decisione (o non-decisione) prendiamo: il tempo.

Il prendere una strada e mantenere ferma la rotta fa in modo di sfruttare al meglio gli anni che possiamo vivere su questa terra. Perché aspettare, perdendo occasioni di godere del momento, in attesa di condizioni perfette che forse non arriveranno mai o ci saranno quando saremo troppo vecchi o stanchi per approfittarne appieno?

Concludendo, l’arte delle decisioni è un bilanciamento di ragione ed emozioni, ma anche di consapevolezza che tutti noi – dal più potente signore della borsa fino al più umile nullatenente del Terzo Mondo – abbiamo una data di scadenza.

Imparare a scegliere ci permette di indirizzare la nostra vita e sfruttare al meglio il tempo che abbiamo per renderla degna di essere vissuta.

Buona vita.

Pinuccio Massaiu