Quanto sono efficaci le protesi dentali per l’estetica e la masticazione?

La protesi dentale è l’unico modo per rimpiazzare i denti perduti. Questa pratica è molto antica e le prime fonti risalgono a quattro millenni fa, sono stati ritrovati scheletri con applicati nelle ossa della bocca dei denti animali. In seguito egizi, etruschi e romani utilizzarono conchiglie lavorate, metalli, avorio, ossa animali e umane fissate mediante bande e fili d’oro per sostituire i denti perduti.

Ma è tra ottocento e novecento che ci si è dedicati, sempre con maggior attenzione e interesse, a questa disciplina. Ovviamente, fino a quando non si svilupparono le necessarie conoscenze di materiali e tecniche chirurgiche, antibiotiche e anestetiche, tutto rimase molto approssimato e in fase embrionale.Le prime vere dentiere, simili a quelle che si usano oggi, risalgono al 1770. Erano fatte di porcellana e vennero applicate per la prima volta dal francese Alexis Duchateau di Saint-Germain-en-Laye.

Le dentiere, ovvero le protesi mobili parziali o totali, ebbero la loro età dell’oro nel XX secolo, quando vennero realizzate in resina, molto adattabile alle mutevoli situazioni che si potevano riscontrare nelle bocche dei pazienti. Vista la loro versatilità ed economicità, le dentiere divennero la soluzione più comune ai casi di perdita dei denti.  In molti casi si arrivava al paradosso che si togliessero tutti i denti per poi installare una dentiera che aveva i denti belli, bianchi e allineati, senza pensare alle conseguenze.

Infatti ogni tipo di protesi mobile, che può essere totale o parziale, si deve togliere dopo ogni pasto per essere lavata con spazzolini specifici, e altrettanto bene devono essere lavati gli eventuali denti residui, se presenti.

L’avanzamento della tecnologia, con l’utilizzo di materiali (compositi e ceramiche) innovativi, garantisce la validità funzionale, anallergica ed estetica del risultato nell’uso della protesi mobile. I suoi punti deboli a lungo termine sono la stabilità intraorale, che viene compromessa dal graduale riassorbimento osseo (tale da richiedere regolari “ribasature” da parte del dentista) e l’efficacia masticatoria, che siriducenel tempo rispetto ad altre soluzioni protesiche.

Dagli anni ’50 e 60’ nasce l’alternativa moderna nel campo della protesi dentale, che si estrinseca nella moderna implantologia. I primi impianti furono ad ago, a lamina o a vite, prodotti con i materiali più vari. In Italia fu introdotto il titanio dal dott. Tramonte nel 1964, materiale ora utilizzato in tutto il mondo per realizzare gli impianti intraorali. Ad oggi l’evoluzione di questa disciplina permette di ripristinare una corretta masticazione nella quasi totalità dei casi. Quando possibile è possibile eseguire soluzioni straordinarie come con la tecnica Toronto, che applica una protesi fissa entro 24 ore dall’intervento chirurgico, garantendo estetica e funzionalità fin da subito.

Perché utilizzare una protesi per sostituire quei denti che, per una ragione o per l’altra, sono venuti a mancare? La ragione è semplice: l’arcata dentale ha un suo equilibrio naturale e quando alcuni dei suoi elementi scompaiono (come i nostri denti) non viene solo ridotta la capacità masticatoria, ma viene lentamente modificata tutta la struttura della bocca, provocando una gran serie di negativi problemi estetici e funzionali nel medio-lungo periodo.

Per l’inserimento degli impianti è necessario accertarsi che ci sia sufficiente tessuto osseo per consentire una buona stabilità alla struttura. Se manca o non basta quello presente, bisogna crearlo mediante specifici interventi per ricostruirlo, che allungano i tempi per arrivare alla soluzione del caso, ma sono comunque indispensabili al risultato.

Un avvertimento importante: esistono casi dove è sconsigliata l’implantologia. Davanti a malattie sistemiche gravi o all’uso di particolari farmaci come i bifosfonati – usati per la cura della osteoporosi – è molto meglio evitarla, in quanto il tentativo d’inserire un impianto potrebbe portare a complicazioni spiacevoli.

PinuccioMassaiu