Qualche tempo fa abbiamo partecipato allo IAB Forum di Milano, l’evento di riferimento per tutto il settore della comunicazione e pubblicità digitale in Italia.
Lo IAB (Interactive Advertising Bureau) opera a livello internazionale e la sua sezione italiana organizza questo evento annuale con speaker di portata globale, come alti dirigenti di eBay, Sky, Mercedes Benz, Tesla Motors, youtubers e gente dello spettacolo.
La cosa più interessante dello IAB, a parte l’avere il privilegio di imparare da grandi esperti di comunicazione, è stato quello di potre gettare lo sguardo sulla situazione degli investimenti nel mercato pubblicitario italiano.
La tendenza ha più che confermato quello che diciamo da sempre: volantini, lettere, chiamate, sconti in negozio, ma anche radio, televisione e giornali sono sempre più in picchiata in quanto a valore comunicativo.
Sono troppo costosi, fanno poco “engagement” (capacità di coinvolgere il pubblico, trasformandolo in persone interessate e infine in clienti) e sono sempre meno efficaci.
Internet è sempre di più la nuova frontiera, mutevole e spietata con le sue regole in continua evoluzione. Se fino a poco tempo fa le aziende più innovative avevano a malapena un sito, ora si sono dotate di un intero reparto che si dedica ai profili social: Facebook, Youtube, Istagram, Twitter e tanti altri.
Questo perché?
Semplice, sempre più persone hanno accesso al web ed è proprio la che fanno le loro prime ricerche (e scelte) di acquisto. In Italia 41,4 milioni di italiani (l’86%) dichiarano di utilizzare internet da qualsiasi strumento e tra gli studenti universitari la percentuale sale al 100%.
La media giornaliera di connessioni tramite PC, smartphone e tablet è di oltre venti milioni di persone, per almeno due ore. La parte del leone la fanno i dispositivi mobili.
La comunicazione digitale si sta imponendo nel nostro modo di pensare e di agire. Le soglie di attenzione, sotto il costante bombardamento di informazioni sempre più interattive (80% delle categorie più cliccate sul web sono video) la nostra capacità di interessarci veramente ad un’informazione si abbassa. Per questo il singolo messaggio (la prassi se si fa pubblicità su di un giornale, in televisione o peggio ancora in un cartellone o volantino) ha sempre meno efficacia.
Al contrario è necessario creare una serie di stimoli all’interno di una strategia integrata tra sito, blog e social per raggiungere più e più volte le persone, fino a quando i nostri messaggi non risulteranno loro “familiari”.
Eppure in Italia ci stanno ancora tantissime piccole aziende e professionisti che si vantano (capite? Si vantano!) di non utilizzare questi diabolici strumenti informatici, perché loro sono della vecchia scuola e non credono in corbellerie simili.
Oppure abbiamo quelli che sono invidiosi di coloro che stanno utilizzandoli con profitto, e fanno di tutto per screditarli (in modo da sentirsi meno colpevoli dei loro fallimenti, come aver sempre meno clienti).
Ebbene, queste categorie sono, secondo il principio darwiniano di selezione della specie, in via di estinzione. Questo non perché lo diciamo noi, ma perché è il mondo stesso a cambiare repentinamente. Dalle analisi più recenti dello IAB da qui al 2025 il 90% della popolazione mondiale avrà l’accesso ad internet e lo farà molto probabilmente con uno smartphone.
Sarà quindi in questa grande arena che si giocherà il futuro di tutte le nostre professioni, nessuna esclusa. Meglio cambiare mentalità in tempo e iniziare a studiare il campo prima degli altri, perché già in tanti lo stanno facendo e rischiate di arrivare troppo tardi.
Ma come fare a distinguersi tra tanti competitor?
La ricetta è semplice e sarà oggetto di un prossimo articolo sul Content Marketing. Non tardare e mettiti in moto!
Pinuccio Massaiu
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