La stanchezza di primo mattino è un fenomeno che tutti noi conosciamo.
Tralasciando la pigrizia (a chi non piace concedersi 5 minuti in più sotto le coperte?) e, ovviamente, i periodi di forte carico di lavoro o ancora l’aver fatto troppo tardi la sera precedente, esistono anche casi in cui la persona soffre in maniera cronica di sonno non riposante.
La quantità di energie recuperate nelle ore in cui dormiamo dipende da tantissimi fattori. Alcuni possono essere legati alla psicologia, come ad esempio la quantità di stress accumulato, oppure il livello di sovraeccitazione dovuto all’utilizzo di dispositivi elettronici dopo l’ora di cena (sarebbe meglio lasciarli perdere dopo le 22).
Altri, invece, riguardano puramente il nostro corpo, e nello specifico la qualità della nostra respirazione, ovvero dal rapporto tra naso, bocca, laringe e faringe, con muscoli e ossa annessi.
Durante la fase di riposo, infatti, il nostro corpo continua i suoi processi vitali in automatico, eppure potrebbero esserci diversa cause che ne ostacolano il fisiologico processo. La maggior parte di queste risiedono nella bocca, come un frenulo linguale corto, un palato troppo stretto, la lingua che non occupa la posizione giusta andando verso lo spot palatino, o ancora un disallineamento tra mascella e mandibola.
A seconda che sia presente uno o più di questi elementi patologici, il nostro corpo potrebbe adattarsi ad una condizione non ottimale che gli permette di continuare a farci sopravvivere nonostante il minor apporto di ossigeno (si respira peggio), al prezzo di una sempre peggiore qualità del sonno.
In pratica la persona, bambino o adulto che sia, introduce nel suo corpo meno aria di quella di cui necessita per tenere ben ossigenati i suoi organi interni. Nei casi più gravi come le OSAS (“ObstructiveSleepApnoeaSyndrome”, in italiano “Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno”) questo processo negativo può evolvere perfino un arresto involontario completo dell’afflusso d’aria fino a 10 secondi.
In tal caso, ovviamente, il cervello reagisce. Per prima cosa aumenta il battito cardiaco, poi diminuisce l’ossigeno nel sangue eincrementa la pressione arteriosa, infine rende il sonno più superficiale (quindi meno risposante) e, infine, se l’ostruzione persiste crea dei contro-circuiti nel cervello che portano ad incubi che risvegliano la persona, in modo che riprenda a respirare.
In tal modo il nostro cervello ci salva la vita, ma al contempo ci fa pagare un pesante pedaggio.
Alcune delle conseguenze sono: mal di testa al risveglio, russamento, sonnolenza durante il giorno, ridotta capacità di memoria e concentrazione, ipertensione arteriosa, bocca asciutta al risveglio e riduzione della libido., giusto per citare i principali. Nei bambini, poi, ci può essere incontinenza notturna (la classica “pipì a letto”) o l’andare spaventati ad infilarsi in quello dei genitori per paura degli incubi.
Per fortuna, ad oggi è possibile intervenire in campo odontoiatrico per prevenire e/o risolvere questo problema attraverso l’ortodonzia, la gnatologia e l’utilizzo di bite notturni anti-russamento. Se pensi di soffrire di sonno disturbato, prova a rivolgerti al tuo dentista di fiducia per un aiuto.
Pinuccio Massaiu