Adriano Olivetti, l’esempiodi un imprenditore illuminato

“Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande”

Adriano Olivetti

Chi ha costruito il primo computer? Gli americani? No, gli italiani. L’ELEA9003, sviluppato dallo staff della Olivetti tra il 1957 e il 1959, fu un avveniristico computer a transistor ad altissime prestazioni che all’epoca superava ogni altro prototipo inglese o statunitense.

E come dimenticare il successo mondiale della Olivetti Lettera 22, premiata dall’Illinois Institute of Technology come miglior prodotto di design del secolo e ancora esposta al Museo di Arte Moderna di New York?

Queste sono solo alcuni degli eclatanti risultati di un grande uomo, Adriano Olivetti, imprenditori piemontese nato ad Ivrea, nel lontano 1901, ma il cui pensiero rivoluzionario e atipico è ancora valido ai nostri giorni.

Il suo approccio al lavoro era indubbiamente particolare. Introdusse la cura del benessere dei dipendenti in un’epocain cui non esistevano ancora i servizi sociali. Credette fermamente nei principi dell’organizzazione del lavoro e nell’ottimizzazione della produttività, ma allo stesso tempo ridusse gli orari di lavoro e sensibilizzò i suoi operai alla cultura, aprendo ambulatori medici, asili nido, mense, biblioteche e perfino un cinema totalmente gratuiti per i dipendenti.

La motivazione, il senso di appartenenza e l’incentivazione a crescere non solo professionalmente ma anche culturalmente furono le leve che spinsero la Olivetti a raggiungere risultati inimmaginabili per l’epoca, diventando un punto di riferimento non solo nazionale, ma mondiale, con l’apertura di stabilimenti in molte parti del mondo.

“Io voglio che la Olivetti non sia solo una fabbrica, ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca libertà e bellezza perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici!”

da Adriano Olivetti, la forza di un sogno

Il senso della bellezza estetica, estrinsecato nella ricerca continua di un design all’avanguardia e nella pubblicità portò alla creazione di linee di prodotti che divennero veri e propri status symbol dell’epoca.

La sua visione era espressa nei suoi libri, dove la fabbrica, il mondo contadino e quello cittadino avrebbero dovuto lavorare in sinergia per il benessere del territorio in cui operavano. Un concetto utopico che lui mise in atto con successo fino alla sua morte, trasformando quella lontana zona del Piemonte in una vera e propria fabbrica sperimentale economico-sociale tra le più progredite d’Italia.

Ma perché ho raccontato la storia di questo grande uomo? Di certo l’obiettivo principale è quello d’ispirarvi. Molta della mia filosofia di lavoro si basa sull’esempio e lo studio di grandi persone di successo.

Se ci pensate è molto difficile, al giorno d’oggi, inventare da zero un qualcosa di totalmente innovativo. La cosa più semplice è quella di prendere spunto dai giganti che sono venuti prima di noi, leggendo le loro parole, analizzando le loro vite, vedendo gli errori che hanno commesso e i modi in cui hanno rimediato.

Cerchiamo di entrare in connessione con queste persone, lasciamoci guidare dal loro esempio, prendiamoli come spunto motivazionale.

L’insegnamento che volgiamo lasciare alla fine di questo articolo è: non rimanere piccoli, attaccati alla vostra piccola realtà quotidiana. Quella la conoscete da sempre e, se siete qui a leggere queste righe, forse è perché non vi basta più. Siete alla ricerca di qualcosa di meglio.

Datevi la libertà di allargare i vostri orizzonti. Comprate un libro sulla vita di un grande uomo, vedete un bel film, frequentate un corso diverso dai soliti a cui siete abituati, iniziate a studiare una nuova lingua o scoprite un nuovo sport. Spezzate lo schema a cui siete abituati e troverete la forza per cambiare il mondo attorno a voi.

Pinuccio Massaiu