Attenzione alle persone demotivanti!

Avete presente quando vi vengono tagliate le gambe? Non letteralmente, s’intende, ma in un modo altrettanto dannoso per la vostra vita e salute? Ognuno di noi ha avuto o ancora ha un parente, un amico, un socio in affari, un collaboratore o un dipendente che borbotta sempre, che vede in ogni caso il bicchiere mezzo vuoto, che quando ci sta un bel mattino caldo e soleggiato per sicurezza esce con l’ombrello (e magari dice anche a voi che la giornata potrebbe guastarsi!), che se proponete un’iniziativa originale ve la stronca in due secondi senza manco valutarla.

Ecco, in tutti questi casi voi vi trovate davanti ad una persona demotivante. Sono quelle persone che vedono letteralmente tutto nero e non solo, devono anche trasferire questa loro peculiare visione del mondo a tutti gli altri.

Tutti noi, purtroppo, nella nostra vita incontriamo un certo numero di persone di questo tipo. La maggior parte delle volte non sono neanche persone “cattive” o che ci vogliono male. Spesso sono solo uomini e donne che hanno subito tante legnate nella vita, di frequente fin dall’infanzia, magari per un’impostazione troppo rigida e severa nell’educazione, oppure per la mancanza d’affetto che ha portato ad una scorretta maturazione emotiva o anche, all’opposto, da un atteggiamento di eccessiva protezione da parte dei genitori, che li ha resi più deboli rispetto all’affrontare i disagi e lo stress che vanno affrontati nella vita da adulti.

Il fatto è che una persona demotivante agisce come un virus ad alta proliferazione e, soprattutto, riesce a violare il sistema immunitario più agguerrito. Non vi aiuterà essere persone solari, ottimiste e propositive. L’influenza di una persona demotivante, soprattutto se vi è molto vicina e passate diverse ore con lei – quindi un familiare stretto, un amico/a, un collega o un dipendente – agirà come la classica goccia sulla roccia.

Pian piano, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, inizierà ad esercitare una guerra di logoramento alle vostre riserve di positività. Purtroppo non è vero che il bene è la forza più forte: gli esseri umani rischiano di scivolare nella negatività se non stanno attenti agli scalini viscidi della vita e degli atteggiamenti altrui.

Ma cosa si può fare in questo caso? La ricetta parte da dei principi generali che vanno adattati, volta per volta, alla vostra situazione specifica.

  1. La prima cosa cruciale è riconoscere le proprie persone demotivanti. Questa è una delle parti più difficili, in quanto la nostra mente non riesce ad accettare che un genitore, o un coniuge, o un amico d’infanzia o un socio d’affari di lunga data o ancora un dipendente storico o strategico siano persone demotivanti. Per anni, in modo da sopportare la loro negatività, nel nostro cervello ci siamo creati una muraglia di scuse per giustificare il loro comportamento. Superare questo primo grande ostacolo che ci siamo costruiti da soli è il primo scoglio.
  • La seconda cosa è pianificare una “strategia di gestione” o di “contenimento”. Questo cambia da caso a caso. Non pensate di poter affrontare la persona demotivante dicendovi solo che non ascolterete quello che vi dice. Te lo anticipo io, non funziona! L’unico modo è stare di meno possibile con lei. Ci sono mille e un modo, alcuni più “hard”, altri più “soft”. Gli “hard”, ovvero i più duri, sono relativi al troncare, il limitare pesantemente o al modificare in maniera rilevante i rapporti. Sono per loro natura drastici e spiacevoli, molto difficili da fare soprattutto se la persona demotivante è molto vicina a noi (e in genere lo è). Meglio sfruttare le potenzialità dei rimedi “soft”, dove si cerca di ammortizzare l’effetto della persona demotivante senza eliminarla dalla propria sfera di relazioni. Una modalità efficace consiste nel diminuire, pian piano, le ore che passiamo con quest’ultima; a questo si aggiunge che, nei momenti in cui stiamo assieme, la “diluiamo” grazie ad altre persone positive e solari che coinvolgiamo (ad esempio non andiamo a visitare una vecchia zia bisbetica da soli, ma andiamoci solo quando possiamo andare con più parenti. Altro consiglio, non aspettate tutti i crismi di saluto, caffè e ammazzacaffè, ma trovate una buona scusa e andatevene il prima possibile). In questo modo modificherete, più lentamente ma altrettanto efficacemente, le dinamiche che vi buttavano il morale a terra.
  • Fai selezione. Inizia a frequentare nuove persone, diversifica le tue amicizie e, se puoi, anche i tuoi collaboratori e dipendenti, facendo entrare nella tua vita gente positiva, motivata e propositiva. In gergo tecnico questo si definisce “inquinamento positivo” ed è il modo migliore per accrescere il nostro successo nelle relazioni e nel lavoro.

Cerca di far tesoro di questi consigli che ti possono essere utili non solo nel lavoro, ma soprattutto nella vita di tutti i giorni. Ricorda che la nostra vita non funziona a compartimenti stagni, bensì tutto risulta collegato: business, affetti, relazioni, etica. Se una di queste categorie va in passivo sul medio-lungo periodo inizierà a trascinare anche le altre verso il basso. Per fortuna il processo funziona anche in positivo, quindi direi che è tempo di iniziare. Che ne dici?

Pinuccio Massaiu