Elogio alla lettura

“Un uomo che legge ne vale due”
Valentino Bompiani

Sono sempre stato un avido lettore. Sono figlio di due genitori entrambi insegnanti che, per fortuna, mi hanno trasferito fin da piccolo la passione per i libri.

La lettura è una marcia in più, è la cosa che ha contraddistinto per secoli l’élite dalle masse, che non potevano farlo perché non ne avevano le capacità – non esisteva la scuola per tutti, ma solo per i nobili o al massimo i ricchi – o il tempo – le classi umili, all’epoca, lo erano davvero, perciò erano occupate a mettere insieme il pranzo con la cena e non avevano tempo, denaro ed energie per acculturarsi.

La lingua che per tanti secoli è stata utilizzata in Europa nella scrittura era il latino, mettendo ancora più distanza tra il popolo e le classi dirigenti che avevano accesso ad insegnanti privati o alle prime università.

Le cose iniziarono a cambiare con la stampa a caratteri mobili, che, unita alla riforma protestante e alla traduzione in volgare della Bibbia, che “sdoganò” le lingue nazionali come lingue per scrivere di storia, geografia, filosofia e scienza, avvicinò sempre più persone ai libri, coinvolgendo le classi medie e medio-basse della società.

Ma fu con le idee dell’800, relative allo sviluppo dell’idea del cittadino laico – in genere l’istruzione era affidata agli istituti religiosi – che si sviluppò la prospettiva della scolarizzazione obbligatoria e quindi dell’alfabetizzazione per tutti.

A mio parere fu una delle più grandi conquiste a cavallo tra il XIX e il XX secolo, aprendo ai nostri bisnonni la possibilità di esplorare in una sola vita mondi, idee, possibilità che prima erano concesse a pochissimi… Stando a casa mentre leggevano una rivista o un libro.

Per questo motivo mi rattrista enormemente il decadimento generale portato da questa cultura lassista e menefreghista che ci pervade, appiattita da strumenti di finta conoscenza come la televisione o persino dall’utilizzo improprio di internet (che dà la falsa idea di poter sapere tutto e subito con un semplice click).

La cultura si forma con lo studio, la lettura costante di libri e articoli, l’approfondimento che va fatto da soli o in piccoli gruppi di lavoro e condivisione, parlando con le giuste persone e concedendosi il necessario tempo per assorbire, rielaborare e fare nostro quello che troviamo scritto sulla carta, il silenzio, ogni tanto, è necessario.

Quindi leggere è un vero impegno, ma è anche un’attività stimolante per la mente ed esaltante per lo spirito. Un qualcosa a cui nessuno di noi, se vuole sentirsi veramente forte e libero, dovrebbe mai rinunciare.

Pinuccio Massaiu