Televisione e indebolimento della volontà

La televisione è un farmaco per sospendere l’azione del cervello. Lo si usa, anche coscientemente, per sfuggire ai problemi. Una specie di Valium .


Hans Magnus Enzensberger, poeta e scrittore tedesco

Di seguito voglio condividere con voi uno stralcio di un libro che vi consiglio di leggere, ovvero “Tecniche di Resistenza Interiore” di Pietro Trabucchi. Ho apportato qualche piccola modifica per renderlo più adatto alla lettura, conservandone però il succo principale senza alterarlo nella sostanza.

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“Che poi la televisione disturbi l’attenzione è un fatto ormai dimostrato da tantissimi studi. Essa viene ritenuta uno dei fattori più importanti alla base dell’epidemia di disturbi attentivi dei bambini.

Sotto accusa non sono i contenuti del messaggio televisivo, quanto la struttura intrinseca del mezzo.

Il messaggio televisivo è troppo ricco e denso di informazioni: presenta nell’unità di tempo immagini in movimento molto più veloci e complesse di qualsiasi oggetto visibile in natura. A questo va aggiunto anche un contenuto di tipo sonoro molto ricco, fatto di parole, suoni e musica.

Poiché durante l’evoluzione il nostro cervello non ha mai incontrato prima un simile miscuglio di dati e stimoli, è incapace di gestirlo. Come conseguenza rimane paralizzato da questa quantità enorme di informazioni, che non riesce a elaborare.

Milioni di cellule nervose sono indirizzate all’analisi di tutta questa roba e la macchina è intasata.

Per gestire la situazione, il cervello si trova a dover rinunciare a esercitare le funzioni corticali più nobili, quelle che ci distinguono dagli altri mammiferi, come l’analisi critica del messaggio. In altre parole, è come se la nostra mente si ritrovasse disarmata e ipnotizzata: a un tratto diventa meno consapevole di ciò che gli sta succedendo.

Diventa quindi più influenzabile e manipolabile.

Il tracciato elettroencefalografico dopo una lunga esposizione alla tv è infatti molto simile a quello di una persona che sta addormentandosi o di un soggetto ipnotizzato: le onde beta, tipiche dello stato di veglia, diminuiscono drasticamente, mentre aumentano le alfa, spesso associate allo stato di trance.

Secondo una terrificante statistica riportata dalla stampa, gli italiani passerebbero 14 anni della propria vita immersi in questa ipnosi catodica […] È infine interessante osservare anche cosa succede nell’organismo dell’ascoltatore televisivo: il battito cardiaco e il consumo calorico scendono ai minimi assoluti (63 calorie all’ora) […] Tutto ciò si riduce in un inflaccidimento della volontà”.

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Da anni, sia nella mia vita personale e familiare che con i miei pazienti, oltre che nei corsi, nei miei libri e negli articoli sul blog, mi batto per la riduzione dell’uso di questo strumento.

Oltre ai dati sopra esposti dobbiamo infatti considerare anche la qualità del messaggio televisivo, i valori e i modelli che trasmette (uno peggio dell’altro), soprattutto alle nuove generazioni.

L’accesso alla TV, ma anche al mondo interattivo di internet e dei social, va affrontato da un genitore in maniera seria e consapevole, seguendo passo dopo passo i propri figli.

Troppo spesso, invece, mi capita di vederlo utilizzato proprio come un valium per “tenerli buoni”, mentre si gioca a fare la coppietta giovane e spensierata.

Il nostro ruolo come genitori è cruciale per il futuro dei nostri bambini, non cerchiamo la via più facile nei loro primi anni per poi dover gestire una lunga e difficile situazione quando cresceranno senza le giuste basi.

Tu che cosa ne pensi?

Pinuccio Massaiu